Lo spot televisivo della fine degli anni 80

Questo spot Lumberjack, nel momento in cui sto scrivendo, risale a 20 anni fa.
L’ambiente non è il bosco di conifere e il lago limpido e azzurro dell’America del nord che Ivo Antonini aveva preso come spunto: la libertà nei grandi spazi è un concetto che appartiene a qualsiasi tipo di ambiente naturale incontaminato, anche per il deserto appunto.
Di sicuro chi ha concepito il video si è rifatto allo sport molto in voga nel periodo finale degli anni 80: la Parigi-Dakar, il Rally Raid per antonomasia.
Correre con gip e moto da enduro fra le dune, arrampicarsi sulle palme, campeggiare la notte intorno ad un fuoco, il fatto stesso di sentirsi giovani: quanti significati si possono dare ad un’idea così semplice come quella della libertà. Ma Attenzione, però, fatelo solo con queste!

Lo spot Lumberjack del 1986

Il 1986 per l’Italia ha segnato due eventi importanti sentiti dalla gente particolarmente: il governo italiano dichiara l’embargo di forniture di armi nei confronti della Libia e la nube tossica dell’esplosione della centrale nucleare di Cernobyl raggiunge il nostro Paese. Il clima internazionale si riflette nella pubblicità della Lumberjack di quell’anno.
Quando la libertà è minacciata serve una moda forte per tenere duro, «Lumberjack la moda forte by Antonini» recita lo speaker nel payoff finale. Infatti il brand Lumberjack necessitava della fiducia che il marchio Antonini, in quegli anni, dava ai Consumatori per poi spiccare il volo.

Gli anni 80

Un capitolo a parte merita la storia della 3A Antonini degli anni 80.
Che la 3A Antonini fosse al passo con i tempi lo si poteva capire dalle intuizioni con tempismo perfetto, anzi in anticipo, di gestione dell’immagine dell’ammiraglio d’azienda Ivo Antonini, che purtroppo ha dovuto presiedere la società senza i cugini, entrambi vittime di circostanze negative.

Nel 1979, il commendator Ivo, tornò dalle regioni dei grandi laghi con una grande idea: Lumberjack.
Rimase incantato dalla natura incontaminata dei parchi nazionali, dalla vita semplice e libera fra le immense vallate dell’America settentrionale, ai confini con il Canada, e dai costumi dei loro abitanti.

Le zone di LumberjackIl successo del marchio è dovuto alla qualità delle calzature prodotte, ispirate alle robuste scarpe dei ranger e al lifestyle di libertà nei grandi spazi.

Lumberjack. Una lunga storia italiana.

Lumberjack è il marchio che la 3A Antonini, negli anni 80, ha fatto nascere per un’intuizione, in fronte ad un mercato calzaturiero in piena rivoluzione. La scelta del marketing di associare una linea di calzature robuste e resistenti, curate nella linea e nei pellami con l’idea di libertà degli sterminati boschi americani, infatti Lumberjack significa “Uomo dei boschi”, ne ha decretato il successo.
Oggi Lumberjack è sinonimo di scarpe confortevoli, resistenti e adatte da indossare in qualsiasi occasione. Scarpe per l’out-door e lo sterrato e anche per la frenetica vita metropolitana.
Prima di continuare è necessario fare alcune considerazioni sul grande brand storico, tutto italiano, 3A Antonini.
Lavorazione calzaturiera artigianaleEra il 7 Luglio 1945 e i tre cugini , Ivo, Alvaro e Ezio Antonini decisero di allestire in uno scantinato alle porte di Verona, Illasi, il loro primo laboratorio di calzature. Nelle restrittezze del dopo-guerra, l’animo caparbio dei tre cugini si fece strada tra le difficoltà e mille sacrifici in un Paese appena uscito devastato dalla Seconda Guerra Mondiale. Da ricordare è la moglie di Ivo, che fu la prima orlatrice dell’azienda. In breve tempo il laboratorio si trasferì in città e acquisì qualche dipendente. La produzione è, ovviamente, ancora artigianale e le vendite sono circostritte nel veronese.
È fra gli anni 50 e 60, nel così detto boom economico, che la 3A Antonini decolla e diventa la realtà di oggi. Il mercato si allargò e i mezzi di comunicazione moderni fecero la loro entrata, fenomeno che non scappò all’oculata gestione dell’azienda.
Calzaturificio 3A AntoniniLaboratorio produzione scarpeNel 1960 la 3A Antonini si trasferì dove è tutt’ora, per avere lo spazio necessario per la produzione industriale su larga scala, infatti le fasce medie del mercato, il segmento con la domanda maggiore, erano e sono il target dell’azienda.
Non si può parlare della storia della 3A Antonini senza citare il modello 101, il classico della calzatura per bambino e una delle scarpe più vendute di tutti i tempi. Incredibile a credersi, ma nel 1959 ne sono state prodotte un milione di paia per il solo mercato nazionale!
Gli anni 70 hanno consacrato il calzaturificio: sulla stampa apparivano titoli come «Si può giustamente affermare che 3A Antonini gode ormai di una consolidata fama presso tutti gli operatori del settore calzaturiero e internazionale», circa mille dipendenti nella sede di Verona e una campagna di advertising televisiva.